AZIENDE AMICHE DEL PARCO: Viti Deangelis Antonello

Ubicazione
70022 – Altamura (Ba) - Contrada La Mena SP 157
Contatti
Tel. Cellulare: 3336729237
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. http://www.masseriavitideangelis.it/masse.htm
Tabella sintetica
Az. Agr. Zoot. Viti De Angelis Antonello | |
Nome storico del centro aziendale | Masseria Viti De Angelis |
Coordinate geografiche del centro aziendale | X: 632676; Y: 4531323 |
SAU | 135,94 ha |
SAT | 135,94 ha |
Vegetazione naturale/seminaturale | 112,47 ha |
Territorio comunale | Altamura (Ba) |
Agriturismo | NO |
Fattoria didattica | NO |
Appartenenza a consorzi o associazioni territoriali | NO |
Azienda con prodotti agricoli certificati in biologico | NO |
Presenza allevamento animali | SI - Pecora Altamurana (120 capi) |
Allevamento brado | NO |
Trasformazione dei prodotti in azienda | NO |
Vendita prodotti presso azienda | NO |
Tipologia di prodotti venduti in azienda | Nessuno |
Tipologie colturali principali | Cereali, foraggio, leguminose |
PRODOTTI AZIENDALI
L’azienda detienecirca 120 capi della razza autoctona Altamurana. I seminativi aziendali servono per lo più ad integrare la dieta degli ovini, mentre la rimanenza è venduta ai grossisti. Non è possibile acquistare prodotti di in azienda.
INTRODUZIONE
L’azienda Viti De Angelis ha una storia molto lunga sull’Alta Murgia ed appartiene, da sempre, ad una nobile famiglia di Altamura i Viti De Angelis. Oggi l’azienda appartiene, in parte, ad Antonello Viti De Angelis ed è estesa per circa 165 ettari, di cui 24 ettari sono seminativi disposti nelle lame e la parte restante è suddivisa tra pascoli e bosco ceduo di roverella.
Il centro aziendale ha un nucleo abitativo imponente di epoca seicentesca, con annessa una chiesetta datata 1669. Il nucleo originario, rappresentato dall'abitazione dei fattori e dalla gran parte degli edifici produttivi, risale agli inizio del XVII secolo, anche se è stato ampliato nel XIX secolo.
La masseria ha visto, in passato, la presenza di un importante allevamento di cavalli, mentre gli ovini venivano ospitati in appositi ovili ancora oggi presenti. A completamento della struttura aziendale vi sono alcuni locali accessori quali “lamie" e "lamioni" che erano utilizzati come depositi, inoltre è presente una struttura destinata a deposito per la paglia, la cosiddetta “Torre Pagliara" con sovrastante colombaia. Vi è una grande cisterna ubicata nella corte interna, che serviva all'accumulo di acqua piovana per le necessità di quanti vivevano in Masseria. Il proprietario ha iniziato il restauro conservativo di parte della struttura storica con lo scopo di riportarla agli antichi splendori, con la speranza di destinarla, in futuro, alla piccola accoglienza dei visitatori del Parco. La masseria è stata utilizzata alla fine degli anni ‘70 come set cinematografico per le riprese di uno dei film più famosi di Francesco Rosi, “Tre Fratelli”, vincitore di 4 David di Donatello e di una nomination agli Oscar.
La parte zootecnica dell’azienda riveste notevole importanza per la presenza di circa 120 capi ovini della razza Altamurana, oggi in via di estinzione.
POSIZIONE E RAGGIUNGIBILITA’
La Masseria Viti De Angelis è accessibile dalla SP 157, mediante una strada bianca di circa 2 km.
ASPETTI PAESAGGISTICI E STORICI
L’azienda si trova in una zona denominata Murgia de "La Mena", un luogo molto suggestivo per la presenza sia della Masseria storica, che troneggia nella parte alta di una collina, che di uno degli ultimi querceti residui del Parco dell'Alta Murgia. Questo bosco si perde a vista d'occhio degradando, assieme all'altopiano murgiano, sino alla frazione di Quasano (Toritto) ed al territorio comunale di Grumo Appula. Nelle giornate terse la Masseria rappresenta un ottimo punto panoramico verso il versante Adriatico delle Murge, fino al mare, con tutte le città costiere ben visibili.
Nei dintorni dell’azienda diverse sono le testimonianze storico-archeologiche: specchie di enormi dimensioni e dall’insolita forma di parallelepipedo, piccole aree con terrazzamenti e quotizzazioni agrarie, trulli monumentali ed una necropoli risalente all’età del bronzo, coeva a quella più nota di S. Magno.
ASPETTI NATURALISTICI ED ESCURSIONISTICI
La presenza insolita del bosco ceduo di roverella domina quest’area. Si tratta, attualmente, di un bosco molto giovane ed a tratti rado, ma fonti storiche riportano di un bosco straordinariamente ricco ed esteso sino agli anni dell’unità d’Italia, quando le milizie piemontesi gli diedero fuoco per stanare i briganti che vi si rifugiavano. Dei tanti incendi subiti, l’ultimo risale all’anno 2010, quando le fiamme arrivarono a lambire la masseria, mettendo in pericolo il gregge e le strutture.
Dal punto di vista floristico, questo bosco ha conservato, a tratti, la propria ricchezza e la presenza dell’endemica Ofride di Matera (Ophrys exaltata subsp. maeolana), esclusiva di una piccola area a cavallo tra la Murgia materana e quella altamurana, ne è la dimostrazione. Il contingente di orchidee spontanee è qui particolarmente ricco, grazie alla presenza di una certa eterogeneità ambientale, con radure che si alternano a zone ombrose.
La componente arbustiva è ricca di mandorlo selvatico (Prunus webbii), di cespuglietti nani di quercia spinosa (Quercus calliprinos), ben più rara nelle altre zone del Parco. Ulteriore elemento di interesse è la presenza di diffusi fenomeni carsici ipogei ed epigei come il Pulicchio di Toritto, ampia dolina da crollo ed alcune grotte come la Grave de La Mena.
Dall’azienda De Angelis parte il primo dei percorsi (percorso AGR 01 AM), inclusi nella guida “Passeggiate agroecologiche” edita dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia. L’area si presta anche a moltissimi altri itinerari a piedi, ed è potenzialmente fruibile anche in estate, sia a piedi che in bicicletta.
IL PROPRIETARIO RACCONTA
La Masseria, nella sua storia, si trovò al centro delle scorrerie di briganti a fine ottocento, tra i quali il più famoso fu il lucano Carmine Crocco. Originario di Rionero in Vulture, nel giro di pochi anni da umile bracciante divenne comandante di un esercito di duemila uomini. Tale gruppo di facinorosi si spostava continuamente tra la Basilicata e la Puglia, costituendo il cuore della rivolta antisabauda. Carmine Crocco esordì dapprima come soldato dell’esercito borbonico, poi passò nelle fila dell’esercito garibaldino, infine combatté per sé stesso, distinguendosi da altri briganti per la sua abilità di militare e per un'intelligenza non comune, che gli valse l’appellativo di "Generale dei Briganti".
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